Uno enviado por nuestro distinguido colega valenciano Vicente-Juan Ballester Olmos, quien nos reproduce las páginas del libro al cual hiciera referencia en su anterior misiva. El material enviado está escrito en francés.
Otro, enviado por un gran amigo, que en su tiempo supo ser un buen investigador, y que es además un excelente periodista: Alejandro Agostinelli, desde Buenos Aires, Argentina. El material que Alejandro nos envia está escrito en italiano.
A ambos nuestro especial agradecimiento.
Ahora, la reproducción de dichos artículos, cuya lectura recomendamos.
En éste de Gianni Favero, por favor, hacer click sobre cada imagen para verla completa.
Este capítulo --titulado "L' aterrissage de Voronej et la vague sovietique de 1989" [El aterrizaje de Voronezh y la oleada soviética de 1989] fue escrito por el italiano Gianni Favero para el libro del francés Thierry Pinvidic: "OVNI: Vers une Anthropologie d'un Mythe Contemporain" [OVNI: Hacia una Antropología de un Mito Contemporáneo].
Dos aspectos a destacar del trabajo de Favero.
1) Cubre una cantidad de casos previos a Voronezh donde también se apreciaron "seres" muy altos y sin cabeza, así como otros avistamientos.
2) La afirmación de que la medición de radioactividad (rayos gamma) por la presencia de cesio radioactivo en las huellas del aparato que se posó en Voronezh pertenecen al accidente nuclear de Chernobyl de 1986, no se sustenta, pues la radioactividad medida en las huellas, era superior a la medida fuera de ellas, en el medio ambiente que rodea el lugar.
El artículo enviado por Agostinelli, pertenece a un reconocido ufólogo italiano: Edoardo Russo, y se refiere a la Ufología Soviética. Aquí está:
L'UFOLOGIA SOVIETICA
Lo studio degli UFO in U.R.S.S.
di Edoardo Russo
L'ondata di avvistamenti UFO che ha colpito l'URSS nel 1989 non è caduta in un "vuoto ufologico".
A differenza di quanto hanno scritto o implicato alcuni commentatori italiani in occasione del clamore giornalistico suscitato dai fatti di Voronezh, l'interesse per gli UFO nell'Unione Sovietica ha una lunga storia, che risale ad oltre quarant'anni fa.
Per meglio comprendere i fatti dell'89 abbiamo ritenuto utile offrire una breve panoramica storica, per poi soffermarci più dettagliatamente sul contesto attuale.
Mentre in Occidente si registravano i primi avvistamenti di dischi volanti, alla fine degli anni '40, segnalazioni di oggetti e luci insolite in cielo si avevano anche nell'Est europeo. Si conoscono avvistamenti sovietici fin dal 1943, compresa una piccola "ondata" contemporanea all'epidemia di "razzi fantasma" sulla Scandinavia nel 1946, ed altre concentrazioni di casi nel 1949.
GLI ANNI '50
I commenti sulla stampa di regime sovietica furono però fin dall'inizio improntati al negativismo più assoluto: riportando gli avvistamenti occidentali in un periodo in cui all'Ovest si pensava ancora che potesse trattarsi di armi segrete russe, nel 1953 Radio Mosca lanciò il ritornello che avrebbe caratterizzato gli anni della guerra fredda: "I dischi volanti sono un'invenzione dei militaristi occidentali per spaventare i loro contribuenti e fargli accettare forti spese di difesa". Successivamente, la stampa sovietica mantenne per anni il silenzio più completo sull'argomento, spingendo addirittura la CIA a pensare che in realtà gli UFO potessero essere un'arma della guerra psicologica.
Invece il silenzio tradiva l'imbarazzo delle autorità circa gli avvistamenti che venivano segnalati anche all'interno delle frontiere russe, al punto che nel 1957 veniva riaffermato per tranquillizzare i cittadini sovietici che i dischi volanti non avevano alcun fondamento nella realtà, perché non erano mai stati visti in Unione Sovietica. Il che non era affatto vero.
Nel 1962 venne pubblicato nell'URSS il primo libro sugli UFO del celebre astronomo americano Donald Menzel, nel quale si sosteneva che tutti gli avvistamenti erano riconducibili a cause convenzionali, in particolare con il riflesso di luci terrestri sullo strato di aria che separa zone aventi temperatura diversa (c.d. inversione termica). Per molti anni questo sarà l'unico libro ufologico pubblicato in russo, e costituirà in proposito una Bibbia per l'ambiente scientifico sovietico.
L'argomento ufologico era invece di grande interesse per i cittadini di un paese dove la fantascienza ha sempre avuto una grande diffusione e dove la possibilità di esistenza di forme intelligenti di vita extraterrestre ha sempre avuto un maggior seguito che in Occidente, sia a livello popolare sia pure presso l'ambiente scientifico.
Ma dato l'atteggiamento ufficiale di chiusura totale verso il problema UFO, questo interesse non trovava sbocchi né fonti di informazione.
Occorre infatti considerare che in URSS fino a pochissimi anni fa non esistevano una libera stampa ed un giornalismo di informazione come lo intendiamo noi. Le fonti di stampa sono sempre state emanazioni dirette del Sistema sovietico e delle sue componenti: ad esempio fra i quotidiani la Pravda (Verità) è quello del Partito comunista, Izvestija quello del governo, Trud dei sindacati, Krasnaja Zvezda (Stella rossa) il giornale delle forze armate, e così via, comprendendo anche l'agenzia "ufficiale" di stampa TASS (Agenzia Telegrafica dell'Unione Sovietica), alle dipendenze della Presidenza del Consiglio dei Ministri.
L'interesse per gli UFO continuò così per molti anni a manifestarsi solo a livello di contro-cultura sotterranea, attraverso la diffusione di voci incontrollabili e racconti che passando da una bocca all'altra venivano inevitabilmente deformati.
Negli anni '50 e nella prima metà degli anni '60 filtravano infatti in Occidente notizie di avvistamenti a volte incredibili da parte di piloti, militari e scienziati sovietici, dei quali era ed è difficile determinare la veridicità, non esistendo possibilità di alcuna verifica. Non a caso, alcuni dei casi UFO sovietici più clamorosi riportati dalla letteratura ufologica americana ed europea non hanno trovato alcun riscontro presso gli studiosi locali. Addirittura, in qualche caso i russi hanno appreso di alcuni avvistamenti in URSS da fonti occidentali e li hanno successivamente ripresi senza verificarli, proprio in quanto venivano da Ovest. La loro citazione da parte di ufologi russi è rimbalzata nuovamente in Occidente, conferendogli ulteriore attendibilità "circolare".
Solo occasionalmente la cortina del silenzio parve aprirsi sul problema UFO, salvo richiudersi subito fragorosamente. Ad esempio l'8 gennaio 1961 il quotidiano dei giovani comunisti Komsomolskaja Pravda pubblicò addirittura la foto di un UFO e fece cenno ad un'ondata di avvistamenti di dischi volanti a bassa quota nell'Uzbekistan e nel Tagikistan, che terrorizzavano la popolazione e gli animali, lasciando anche tracce circolari di atterraggio. Il giorno successivo, il quotidiano del partito comunista e voce ufficiale del potere, la Pravda, affermò drasticamente che "i cittadini sovietici che dicono di aver visto questi dischi sono idioti o bugiardi incorreggibili" e, sottolineando che gli avvistamenti sovietici erano uguali a quelli americani, arrivò addirittura ad accusare i testimoni di essere traditori che ascoltavano di nascosto l'emittente radio Voice of America.
Nel 1960 la rivista Literaturnaja Gazeta pubblicò con grande risalto l'opinione di Matest Agrest secondo la quale alcuni episodi descritti nella Bibbia si riferirebbero in realtà ad interventi di esseri extraterrestri, e che lo stesso Gesù Cristo sarebbe stato un extraterrestre e la stella di Betlemme la sua astronave. La notizia ebbe grande risonanza in Occidente, e venne in seguito spesso citata e ripresa dagli autori di clipeologia ed archeologia spaziale. In realtà, le dichiarazioni di Agrest, così come tutto il ricco filone di letteratura russa sul "paleo-contatto" (con autori popolari come Alexandr Kazantsev) nacque nell'ambito e come strumento di una vivace campagna antireligiosa e a favore dell'ateismo, per la quale qualsiasi mezzo era buono per sradicare il sentimento religioso.
GLI ANNI '60
Un cambiamento parve arrivare a metà degli anni '60, con la fine della fase più acuta della guerra fredda e la ripresa di scambi culturali e scientifici fra Est e Ovest, in concomitanza con alcune nuove ondate di avvistamenti sul territorio sovietico.
Nel 1965 il Kazakistan fu nuovamente invaso da segnalazioni e voci incontrollate di avvistamenti UFO, così distorte che raggiunsero dimensioni preoccupanti ed il governo inviò nella regione degli esperti per "spiegare" gli avvistamenti e tranquillizzare la popolazione che interpretava tali fenomeni aerei come segni soprannaturali che annunciavano una prossima catastrofe, con conseguente revival religioso. Il che non toglie che lo stesso anno Radio Mosca ribadiva che gli UFO erano un'invenzione del ministro americano della difesa Robert McNamara per allarmare il mondo.
Nel 1966 e nel 1967 grandi ondate di segnalazioni vennero riportate non solo in URSS ma in tutti i paesi del Patto di Varsavia.
Nel 1966 si tenne a Mosca il Congresso Internazionale di Matematica e in quell'occasione l'informatico e ufologo franco-americano Jacques Vallée poté addirittura tenere una conferenza sugli UFO e pubblicare degli articoli sui giornali sovietici. Vallée tornò in Occidente con informazioni sensazionali, secondo le quali l'Aeronautica militare sovietica aveva raccolto circa 15.000 avvistamenti (più del Project Blue Book americano), ma l'effetto maggiore della sua visita fu di incoraggiare un gruppo di persone privatamente già da anni interessate all'argomento UFO, in particolare Felix Zigel, professore di matematica all'Istituto Aeronautico di Mosca.
Il 18 ottobre 1967 si tenne presso il Comitato inter-repubblicano di Astronautica a Mosca, davanti a 400 persone, la riunione costitutiva del primo vero e proprio gruppo ufologico sovietico, di cui vennero nominati presidente il generale d'aviazione in pensione Porfiry Stoljarov, vice-presidenti lo stesso Zigel e lo scrittore Alexandr Kazantsev e segretario l'ingegner Arkhadi Tikhonov. Del gruppo facevano parte un cosmonauta, diciotto scienziati e circa 200 altri studiosi. Il 10 novembre, Zigel e Stoljarov apparvero alla televisione di stato nell'ora di massimo ascolto, mostrando foto e disegni di UFO, affermando che si trattava di "un argomento serio che merita uno studio approfondito", ed invitando i testimoni a mettersi in contatto col comitato. I milioni di telespettatori allibiti credettero che l'invito venisse da un qualche ente governativo, e disciplinatamente cominciarono a segnalare centinaia di avvistamenti da tutta l'Unione.
Ma la trasmissione televisiva ebbe l'effetto di un boomerang a causa dei mass media occidentali, che annunciarono con clamore la costituzione di una commissione ufficiale in URSS, parallela alla Commissione Condon istituita in quel periodo in America presso l'Università del Colorado. Inutilmente l'Accademia Sovietica delle Scienze tentò di ribattere che non si trattava di un'iniziativa ufficiale ma di un gruppo di scienziati che in privato si interessavano ad un argomento anti-scientifico. In un incontro della Sezione di fisica generale ed astrofisica dell'ASS, venne addirittura invocato l'onore degli scienziati russi, che si stavano rendendo ridicoli agli occhi dei colleghi occidentali.
Il 29 febbraio 1968 la Pravda publicò un durissimo articolo, co-firmato dai direttori dei Comitati di Astronautica, Astronomico-geofisico e di Fisica dell'Accademia stessa, nel quale veniva ribadito l'atteggiamento ufficiale sovietico che il "mito dei dischi volanti" era stato definitivamente chiarito anni prima. A seguito di quest'articolo calò nuovamente il silenzio sull'argomento nella stampa sovietica, il comitato Stoljarov cessò di esistere e alcuni suoi esponenti furono costretti addirittura a smentirne l'esistenza. A Zigel venne proibito di rilasciare interviste, in particolare a giornali occidentali, e venne impedita la pubblicazione del libro che aveva scritto presentando una selezione di circa 200 "Avvistamenti UFO in URSS", sulla base delle testimonianze ricevute.
In realtà, le vere ragioni dell'eliminazione di questo primo gruppo ufologico sovietico erano altre: proprio in quegli anni i russi stavano realizzando esperimenti segreti di lanci missilistici dalle basi di Tyuratam e di Baikonur, con l'obiettivo di arrivare a collocare in orbita bombe all'idrogeno, in violazione degli accordi sottoscritti con gli Stati Uniti d'America. Inoltre, proprio nel 1967 vennero iniziati i lanci di satelliti-spia dal cosmodromo segreto di Plesetsk. Il rientro di uno dei razzi vettori, osservato casualmente da un aereo in volo, venne descritto dettagliatamente come UFO in un articolo di Felix Zigel sulla rivista Vita sovietica. Le attività degli ufologi potevano in sostanza minare la segretezza di operazioni militari, e per questo vennero messi a tacere.
GLI ANNI '70
Seguirono dieci anni di virtuale silenzio sugli UFO. E' significativo che la maggior parte degli avvistamenti russi riportati nel libro dell'ufologo romeno Ion Hobana "Gli UFO al di là della cortina di ferro" (1972) risulta ripreso non da fonti russe ma da riviste ufologiche occidentali.
Negli anni '70 una parte delle discussioni sugli UFO nella stampa scientifica sovietica vennero pubblicate nell'ambito degli studi sui fulmini globulari, un argomento più accettabile e sul quale anche riviste tecniche e scientifiche accettavano articoli, ospitando più volte articoli e dibattiti sull'argomento scritti non solo da scienziati ma anche da studiosi dilettanti e addirittura da testimoni. Fra i casi esposti, per la verità, più che fulmini globulari alcuni potevano definirsi veri e propri UFO.
Intanto però, tra il 1976 e il 1977 gli avvistamenti si susseguivano in varie regioni dell'URSS. Il più clamoroso fra questi avvenne il 20 settembre 1977 sulla città di Petrozavodsk, dove migliaia di persone osservarono una specie di gigantesca "medusa" volante che gettò la città nel panico di un attacco nucleare americano.
Mentre sorprendentemente i giornali sovietici parlavano di "fenomeno extraterrestre", la vera spiegazione era da cercare nel lancio del satellite-spia Kosmos 955 dalla base di Plesetsk (si veda l'articolo "URSS: la base segreta" su UFO - Rivista di informazione ufologica n. 7, giugno 1989).
Anzi a questo proposito successe qualcosa di strano: il giornalista Henry Gris, del settimanale scandalistico americano National Enquirer, riuscì ad intervistare Felix Zigel pubblicando una serie di servizi sensazionali sul fatto che i russi avevano le prove che gli UFO fossero extraterrestri (in Italia il servizio venne pubblicato dal settimanale Gente). Il fatto che Zigel potesse essere intervistato e, abbandonando la sua tradizionale prudenza scientifica, rilasciasse dichiarazioni clamorose, secondo cui la medusa di Petrozavodsk era un vero oggetto extraterrestre e che l'avvistamento moscovita del 1980 sarebbe stato la più grande apparizione di alieni mai avvenuta sulla Terra, parve a molti sospetto.
A spiegare questo strano voltafaccia fu un altro ufologo sovietico, Nikita Schnee, che sulle pagine della rivista inglese Flying Saucer Review acccusò Zigel di essere al soldo del KGB (i servizi segreti sovietici) e di sabotare gli altri ufologi sovietici. Indagini condotte dal gruppo di Shnee su alcuni avvistamenti riferiti da Zigel avrebbero dimostrato che erano inventati di sana pianta. Zigel non sarebbe stato altro che un agente della contro-informazione sovietica, che, a differenza del 1967, non esitava ad accreditare favole di visite extraterrestri pur di "coprire" attività militari segrete.
Ma che l'interesse per gli UFO rappresentasse ancora qualcosa di non gradito alle autorità è dimostrato dalle vicende degli ufologi estoni. A Tallinn esisteva fin dai primi anni '70 un attivo gruppo di appassionati all'argomento UFO intorno al giornalista Juri Lina, che faceva circolare traduzioni clandestine di articoli ufologici occidentali e relazioni su avvistamenti locali. Sospettati di essere un gruppo religioso e potenzialmente sovversivo, gli ufologi lettoni cominciarono nel 1975 a subire le "attenzioni" del KGB: considerato un dissidente, Lina perse il lavoro e venne minacciato di arresto ed internamento in manicomio, finché nel 1978 gli ufologi finlandesi riuscirono a farlo espatriare con lo stratagemma di un finto matrimonio. Ma il KGB continuò a perseguitarlo anche in Finlandia, finché decise di trasferirsi in Svezia, dove vive tuttora. Meno bene andò all'ufologo Vyaceslav Zaitsev, di Minsk, che nel 1978 venne condannato a cinque anni di Siberia per "propaganda religiosa".
GLI ANNI '80
Ma se era impossibile perseguire un associazionismo ufologico a livello "privato", in quegli stessi anni stava avvenendo una svolta presso l'ambiente scientifico sovietico.
Alla fine degli anni '70 il fisico Vladimir Azhazha, vice-direttore della "Sezione di ricereche sottomarine" dell'Accademia delle Scienze aveva tenuto una serie di seguitissime conferenze sugli UFO, il cui testo circolava a Mosca come samiszdat (dattiloscritti ricopiati e distribuiti clandestinamente).
Nel 1978 Azhazha ed altri appassionati ufologi (fra cui diversi scienziati e militari) costituirono a Mosca un "gruppo di iniziativa" per spingere alla creazione di una commissione di studi ufologici. Il gruppo, che in pratica puntava a riprendere alla luce del sole le attività del disciolto "comitato Stoljarov" dopo oltre dieci anni, ebbe subito vita difficile. Si tenga presente che fino all'avvento di Gorbaciov in URSS non esisteva il diritto di associazione, quindi i gruppi ufologici come tali non potevano esistere se non camuffandosi come "sezioni" all'interno di associazioni professionali riconosciute. Ed essendo quasi impossibile menzionare esplicitamente gli UFO (in russo, NLO: Neopozhannje Lietajushkie Objecti) il gruppo di Azhazha venne formalizzato nel 1979 come "Sezione per la ricerca elettronica di civiltà extraterrestri nelle vicinanze della Terra" (sic) dello NTORES (Società Tecnico-Scientifica A. Popov di Radio, Elettronica e Comunicazioni). Pochi mesi dopo, lo NTORES li obbligò a cambiare nome, diventando "Sezione per le indagini sui fenomeni atmosferici anomali".
Nel 1979 la stessa Accademia Sovietica delle Scienze pubblicò a firma dell'astronomo L. Gindilis, del fisico D. Menkov e di una ricercatrice dell'Istituto di ricerche spaziali, I. Petrovskaya, uno studio statistico su 256 casi di "fenomeni atmosferici anomali" avvenuti in URSS (la maggior parte dei quali durante l'ondata del 1967) nel quale si sosteneva che una parte delle osservazioni non erano spiegabili con cause note, per cui meritava condurre uno studio più approfondito. Il lavoro ebbe una certa risonanza sia in Occidente, dove venne tradotto e pubblicato in Francia e negli Stati Uniti, sia in Unione Sovietica, dove contribuì a far rivedere la posizione ufficiale dell'Accademia delle Scienze verso l'argomento UFO.
Nel 1981 lo stesso Gindilis costituì una "Sezione per lo studio dei Fenomeni Atmosferici Anomali" in seno alla Commissione di Radio-astronomia dell'Accademia delle Scienze. Un'altra sezione analoga nacque nell'ambito dell' Istituto per lo studio del Magnetismo terrestre, della ionosfera e la diffusione delle onde radio dell'Accademia delle Scienze (IZMIRAN). All'interno dell'Accademia si sono inoltre occupati di "Fenomeni Atmosferici Anomali" l'Istituto di Oceanografia e la Commissione per le ricerche cosmiche.
La prima "Conferenza nazionale sui fenomeni atmosferici anomali" si tenne a Kiev nel 1981: vi e parteciparono dodici ricercatori universitari e 45 laureandi in discipline scientifiche. Uno dei partecipanti, il noto radio-astronomo e membro corrispondente dell'Accademia delle Scienze, Vsevolod Troitsky, riassunse le conclusioni della conferenza sulla rivista Scienza e religione, sottolineando l'ampiezza e la complessità di uno studio del fenomeno, oltre che l'interesse interdisciplinare del problema.
Alla seconda conferenza nel 1982 parteciprono 50 specialisti, fra cui diversi accademici.
Nel 1982 Edward Ermilov, professore di radio-elettronica e cibernetica all'Università di Gorky e membro del guppo ufologico costituito in seno allo NTORES, accettò di far parte del comitato redazionale della rivista ufologica scientifica UPIAR Research in Progress, diretta dallo spagnolo Vicente-Juan Ballster Olmos e pubblicata dalla nostra Cooperativa editrice. Era la prima volta che il nome di un ufologo sovietico figurava fra i redattori di una rivista ufologica occidentale.
Nel febbraio 1984 venne creata la "Commissione Sociale Moscovita sui Fenomeni Anomali", sotto l'egida del Consiglio Inter-repubblicano delle Società Tecnico-Scientifiche (VSNTO), diretta dall'accademico Troitsky e dal cosmonauta Pavel Popovich.
In pratica, a partire dalla seconda metà degli anni '80 esistono in Unione Sovietica due tipi di ufologia: quella "ufficiale", rappresentata da scienziati e ricercatori universitari, di solito raggruppati sotto l'egida di istituti accademici, tendenzialmente favorevoli ad ipotesi di tipo naturale (interazioni Sole-terra, elettricità atmosferica) e dichiaratamente contrari all'ipotesi extraterrestre (fra questi studiosi i più noti sono Vladimir Migulin e Yuliy Platov); ed una seconda ufologia "privata", camuffata all'interno di associazioni o società tecnico-scientifiche, costituita da appassionati, in gran parte favorevoli invece all'ipotesi extraterrestre, con alcune frange parapsicologiche. Gruppi di appassionati esistono da anni nelle principali città sovietiche: Mosca, Leningrado, Kiev, Gorky, Tallinn, Jaroslavl.
IL CONTESTO CULTURALE
Negli ultimi due o tre anni l'interesse per gli UFO ha guadagnato crescenti consensi presso il pubblico e sulla stampa sovietica. O forse è meglio dire che la politica gorbacioviana della glasnost, stimolando la libertà di stampa e di opinione, ha liberalizzato anche un argomento come quello ufologico, che fino a ieri era considerato tabù.
Nel corso del 1988 sono stati eseguiti i primi veri e propri sondaggi di opinione in URSS. Fra questi anche il primo mai realizzato in quel paese sugli UFO, da parte del centro ricerche della Lega dei giovani comunisti, su un campione di 420 studenti e giovani intellettuali di Mosca e Leningrado: quelli che hanno dichiarato di essere interessati ai fenomeni paranormali e agli UFO sono stati l'80%, una percentuale senza pari nei paesi occidentali, e tanto più stupefacente se riferita ad un paese in cui non esiste virtualmente letteratura ufologica.
Forse proprio per rincorrere questo enorme interesse popolare per gli UFO, i giornali sovietici hanno continuato a dare sempre più spazio all'argomento, sulla base di una logica "di mercato" che - se è nuova per quel paese - risulta invece ben collaudata dalla stampa occidentale.
Non a caso, il noto scrittore e commentatore politico G. Borovik ha affermato che i dischi volanti compaiono in URSS più frequentemente quando è in corso qualche campagna di abbonamenti a giornali e riviste. E secondo gli stessi ufologi sovietici "c'è qualcosa di vero in questa battuta: alcuni periodici - sostiene V. Musinskij - hanno trovato nell'ufologia un argomento che porta denaro senza problemi, per cui non tutti si preoccupano dell'autenticità di quello che pubblicano, purché sia scritto in modo incisivo ed allettante".
Alcune delle notizie pubblicate dai giornali sono infatti non solo incredibili, ma infondate. Un esempio è la storia dell'UFO che sarebbe atterrato nella cittadina siberiana di Spassk-Dal'ny e dal quale sarebbe uscito un tentacolo che avrebbe cercato di afferrare alcune bambine: una di queste, toccata dal tentacolo, sarebbe morta o (secondo altre fonti) si sarebbe ammalata gravemente. Il direttore del giornale locale, interpellato per lettera dagli ufologi di Jaroslavl, avrebbe confermato l'atterraggio e la scioccante esperienza della bambina, che però sarebbe viva e in buona salute.
Nel mese di luglio, a Mosca si era addirittura diffusa la "voce" che un UFO era atterrato in un sobborgo della capitale, lasciando sul terreno una traccia circolare bruciata di 9 metri di diametro. Sia il quotidiano dei sindacati, Trud, sia quello economico del governo, Sozialisticeskaja Industria, hanno ripreso acriticamente tali voci, intervistando anche un ufologo, Alexander Kuzovkin, secondo il quale toccando la traccia si sentivano bruciare le dita, ed una batteria scarica posta all'interno del cerchio bruciato si sarebbe ricaricata da sola. Questa volta però era stata proprio l'agenzia TASS a demistificare il caso: in realtà, la traccia era quello che restava di una balla di fieno che aveva accidentalmente preso fuoco, come confermato dai Vigili del fuoco accorsi a domare il piccolo incendio.
Questo atteggiamento della stampa (dovuto forse anche ad una certa "ingenuità" dei giornalisti sovietici) spiega alcune storie incredibili riportate da diversi giornali russi (e riprese anche sui giornali italiani di ottobre), secondo le quali di volta in volta giornalisti si sarebbero messi in contatto telepatico con extraterrestri; scienziati avrebbero confermato la realtà di alcuni contatti, ipotizzando proiezioni di "immagini stereoscopiche"; commissioni di studiosi dell'Accademia delle Scienze sarebbero riusciti a osservare e fotografare oggetti luminosi ricorrenti; per non parlare della "biolocazione" e delle "rocce extraterrestri" di Voronezh; e così via con una sequela di presunte "conferme scientifiche" che - se corrispondessero al vero - avrebbero già bell'e risolto il problema ufologico.
Oltre alla glasnost, anche la perestrojka (cioè la ristrutturazione economica) sembra aver tratto spunto dagli UFO, applicandovi uno dei primi tentativi di spirito imprenditoriale. Già alla fine di ottobre, veniva pubblicata dal giornale Sovietskaja Turgovlia (Commercio sovietico) la notizia che la cooperativa "Stalker" (così battezzata dal titolo di un celebre film di fantascienza russo) da Mosca organizzava viaggi di tre giorni a Voronezh, "paese degli extraterrestri", con tanto di visita sul luogo dell'atterraggio, pur senza ovviamente garantire l'incontro ravvicinato, per soli 59 rubli (circa 130 mila lire).
L'UFOLOGIA OGGI
In ogni caso la vita degli ufologi in URSS è divenuta molto più facile, da quando i giornali, specialmente quelli locali, pubblicano un numero sempre maggiore di avvistamenti UFO.
Inoltre il nuovo clima di libertà che si respira nell'era Gorbaciov ha avuto un effetto positivo anche sulle attività degli ufologi sovietici, perché il riconoscimento del diritto di associazione ha portato rapidamente alla formalizzazione dei gruppi ufologici fino a quel momento semi-clandestini. Parallelamente ai gruppi "ufficiali" e a quelli "camuffati" come sezioni sui "fenomeni anomali" delle varie associazioni tecnico-scientifiche, sono così proliferati i cosiddetti "gruppi di iniziativa sociale", cioè libere associazioni di appassionati, che adoperano talvolta apertamente anche il termine "NLO".
Il primo a farsi avanti è stato - forse non a caso - nella repubblica baltica dell'Estonia: nel 1987 il gruppo ufologico che era stato diretto da Juri Lina e che, dopo il suo espatrio, aveva proseguito clandestinamente le attività, è stato finalmente riconosciuto dal governo locale. I gruppi ufologici riconosciuti sono attualmente più di cinquanta in tutta l'URSS.
La libertà di pubblicazione ha anch'essa avuto diretti riflessi sull'ufologia sovietica. Nel 1988 è stato pubblicato apertamente il primo libro ufologico scritto da un sovietico, Vladimir Gakov, con una tiratura iniziale di ben 200.000 copie. Inoltre, i dattiloscritti clandestini (samiszdat) sono stati sostituiti da vere e proprie pubblicazioni: attualmente vengono pubblicati almeno due bollettini ufologici, a Leningrado e a Jaroslavl.
Poche settimane prima del caso di Voronezh, il fisico Vladimir Azhazha (rieletto a luglio presidente della Commissione ufologica dell'Unione sovietica delle società degli ingegneri, la SNIO) ha avviato l'iniziativa di aprire una "Scuola tecnico-scientifica di ufologia" a Mosca, con corsi di "Introduzione all'Ufologia", "Aspetti filosofici", "Paleo-ufologia", "Astronomia e UFO", "Metodologia di indagine" ed altre materie teorico-pratiche. E sempre in quel periodo è stata organizzata a Mosca una mostra di fotografie e disegni sugli UFO al Museo dello Spazio.
IL CONGRESSO DI TOMSK
Anche la libertà di movimento ha favorito contatti e incontri fra studiosi di tutta l'Unione Sovietica.
Basti pensare che nei giorni dal 18 al 24 aprile del 1988 si è tenuto nella città siberiana di Tomsk un seminario di studio organizzato dal Comitato ufologico della SNIO, la sezione locale dell'Accademia delle Scienze ed il Politecnico di Tomsk, sul tema "Fenomeni transitori non periodici nell'atmosfera". I lavori erano divisi in sette sezioni:
- approccio filosofico e metodologico (con relazioni su argomenti come "La crisi metodologica della moderna fisica teorica", i "micro-leptoni", "un nuovo tipo di campo magnetico", oltre a "Basi teoriche sulla natura di alcuni UFO" e "Una nuova classificazione dei dati sui fenomeni anomali");
- connessioni cosmiche (con discussioni sulle "risonanze non lineari nel sistema solare e previsione dei terremoti", oltre a "La ricerca di civiltà extraterrestri" e le analisi chimico-fisiche di una misteriosa sostanza trovata a Dalnegorsk dove nel 1986 sarebbe caduto un UFO);
- interazioni atmosferico-terrestri(quasi tutte relazioni sui fulmini globulari);
- litosfera e campi fisici (su alcuni fenomeni naturali che generano avvistamenti);
- tecnosfera e correlazioni col mezzo (dagli effetti fisiologici del plasma alle interferenze causate dagli UFO);
- tracce biologiche (con accese discussioni sulla "bioenergetica" e le tecniche di "bio-locazione");
- aspetti tecnici (organizzazione delle indagini; metodi strumentali di rilevamento).
Già dai titoli risulta che l'ufologia sovietica ha seguito strade in parte simili, in parte molto diverse rispetto a quella dei paesi occidentali.
In tutto nei tre giorni sono state presentate 250 tra relazioni e comunicazioni, davanti a 400 partecipanti provenienti da più di 50 città sovietiche, fra cui 25 professori e 116 ricercatori universitari, ma anche studiosi appartenenti ai "gruppi sociali". Per la prima volta sono stati pubblicati in URSS gli atti di un congresso ufologico, in tre ponderosi volumi.
I CONTATTI CON L'ESTERO
Altro fatto senza precedenti, oggi gli ufologi sovietici possono viaggiare liberamente, oltre che all'interno dell'URSS, anche all'estero. Nel 1988 si ebbe la prima partecipazione di un ufologo russo ad un congresso in Occidente: Vladimir Rubtsov, docente al Politecnico di Kharkov, ha infatti partecipato al Congresso Europeo organizzato a Bruxelles (vedi UFO - Rivista di informazione ufologica n. 6, dicembre 1988) e, cosa ancor più impensabile fino a pochi anni fa, ha accettato di divenire rappresentante sovietico di un'organizzazione americana, la Mutual UFO Network (MUFON). L'anno scorso altri ufologi sovietici hanno partecipato ad incontri e manifestazioni ufologiche in Eurropa occidentale.
Di converso, nel 1989 lo scrittore e ufologo inglese Timothy Good, in visita nell'Unione Sovietica, non solo ha potuto incontrarsi liberamente con gli studiosi locali (uno dei quali, Nikolai Lebedev, ha collaborato alla stesura del suo recente libro "The UFO Report 1990" con un capitolo sugli avvistamenti in URSS), ma da un giorno all'altro è stato addirittura invitato alla televisione di Leningrado, da un giorno all'altro, ad un "programma dell'accesso" per parlare di UFO.
Il "nuovo clima" sta avvicinando sempre più l'ufologia sovietica a quella occidentale. Segno dei tempi che cambiano, il seminario nazionale ufologico tenutosi nel 1988 a Petroskoi ha avuto per tema la divulgazione ufologica attraverso la stampa: ai lavori hanno infatti partecipato giornalisti delle agenzie di stampa, della televisione nazionale e del settimanale Moskovskie Novosti.
Se poi sembra già insolito che un ufologo russo si permetta di scrivere al Ministro della Difesa ponendo domande e contestazioni che pochi anni prima l'avrebbero fatto finire in un campo di lavoro in Siberia, che dire del fatto che il ministero risponda, e per di più quasi con le stesse parole delle loro controparti occidentali? Il Maggiore Generale Filimonov scriveva infatti recentemente: "Caro Compagno, la sua lettera del 22 marzo 1989 al Ministro della Difesa è stata presa attentamente in considerazione. Le organizzazioni militari non si occupano dello studio degli UFO né di questioni riguardanti gli oggetti volanti non identificati o problemi relativi alle attività sulla terra di civiltà extraterrestri. Pertanto non c'è nessuna raccolta di informazioni riguardanti gli UFO ad eccezione dei fenomeni anomali naturali apertamente pubblicati da parte di organi del Ministero della Difesa, compresi quelli da lei menzionati. Non mi risulta un programma di indagine su astronavi extraterrestri che sarebbero nelle mani dell'URSS".
UFO: FIGLI DELLA GLASNOST?
Non è nostra intenzione offrire in questa sede un'analisi del "perché" di questo crescente e diffuso entusiasmo per gli UFO e l'ufologia in URSS. In quest'articolo abbiamo solo cercato di fornire un quadro di riferimento storico ed una panoramica del contesto attuale più ampi di quelli riportati dai giornali italiani, pochi dei quali sono andati oltre scontate (e spesso insulse) riproposizioni di luoghi comuni.
Segnaliamo peraltro che alcuni commentatori occidentali hanno sottolineato la contemporaneità fra quest'ondata di avvistamenti e di interesse per gli UFO ed altri fenomeni "paranormali" e soprannaturali segnalati in URSS in questi mesi: l'imperversare di un noto guaritore televisivo, la cattura di un "almasti" (l'"uomo delle nevi" russo), l'apparizione di mostri nei laghi e di fantasmi alla Biblioteca Lenin di Mosca. Il "ritorno degli UFO" non sarebbe quindi tanto un prodotto della glasnost, quanto un effetto delle difficoltà incontrate dalla perestrojka gorbacioviana: "lo smantellamento del dogma materialista e la riscoperta del cielo come proiezione del soprannaturale e valvola di sfogo delle frustrazioni terrene" (Paolo Rumiz su Il Piccolo del 22/10/89) se non addirittura un utilizzo consapevole dell'"emozione collettiva, la quale faccia vedere un mondo diverso o semplicemente faccia distrarre lo sguardo dal mondo esistente", in un paese "strangolato dai bisogni elementari, minacciato dai conflitti etnici, messo in ginocchio da scioperi"; con l'effetto però che "alla fine l'emozione farà scendere in campo la trascendenza" che, in un paese materialista, piuttosto che con apparizioni religiose si manifesterà sotto forma di UFO ed extraterrestri (Marcello Pera su La Stampa del 1/11/89).
Sulla base dei pochi dati disponibili, non siamo in grado di stabilire se si tratti solo di considerazioni astratte di sociologi da tavolino oppure invece di osservazioni pertinenti che ci aiutino a comprendere la "nuova ondata sovietica".
E' interessante però che sembrano condivise anche dagli stessi vertici del potere sovietico: "Pare diffondersi nel Paese la convinzione che i problemi possano essere risolti per miracolo, magari per mano di qualche essere uscito da un UFO", è il significativo commento di Leonid Abalkin, principale consigliere economico di Gorbaciov e vicepresidente del Consiglio, a proposito delle resistenze e difficoltà incontrate dalla perestrojka, con conseguente caduta di fiducia presso la popolazione.
Ci sembra indubbio che il contesto sociale e culturale dell'URSS gorbacioviana (perestrojka e glasnost) abbiano fornito un ambiente favorevole alla diffusione di notizie e commenti su avvistamenti UFO in quel paese, oltre che stimolato la rinascita dell'ufologia sovietica. Ma non ci sentiamo di sostenere che questo sia sufficiente a generare gli avvistamenti stessi, specialmente atterraggi ed incontri ravvicinati, in così gran numero e diffusione.
Per il momento possiamo solo constatare che il fenomeno UFO esiste e si manifesta al di là di quella che era la Cortina di Ferro. Proprio dall'esame delle somiglianze e delle differenze con il fenomeno ed il suo studio in Occidente, potrebbe scaturire qualche considerazione di utilità per una migliore comprensione del problema nella sua interezza.
Il Centro Italiano Studi Ufologici ringrazia per la collaborazione e il materiale fornito i giornalisti Nikolai Teterin della TASS e Yuri Efremov dell'agenzia Novosti, ed inoltre l'ufologo polacco Bronislaw Rzepecki, i sovietici Edward Ermilov, Valerij Sanarov e specialmente V. Musinskij e Yuri Smirnov. Torna all'articolo | La stampa italiana e il caso Voronezh
[© 1990 CISU - tratto da UFO - Rivista di informazione ufologica del Centro Italiano Studi Ufologici n. 8, aprile 1990]
Siento que el UAPSG-GEFAI está cumpliendo con el tratamiento de este tema, su propósito de ser un punto de encuentro de los ufólogos serios, de los estudiosos concienzudos, de los investigadores, para intercambiar información valiosa, puntos de vista, y aportar ideas sobre tabajos a desarrollar.
La Ufología soviética pasó de la negación total bajo el Stalinismo, --donde se sostenía que el tema OVNI era creado por el capitalismo para distraer a las masas de los verdaderos problemas de la sociedad-- a lo fantástico (más que mítico) y a la explotación por el propio gobierno ruso del tema, como la señala muy bien Russo. (Ver también artículo de James Oberg al respecto, publicado en este mismo blog). También allí los "ovnis" sirvieron de cobertura para una serie de lanzamientos de satélites, cohetes militares desde la oculta base de Plesestk y otras actividades.
Sobre Voronezh mismo, todo hace pensar en una muy hábil puesta en escena --algo a lo que a veces se ha referido el Dr. Jacques Vallée-- para impactar al público, con la finalidad de distraer la atención de alguna otra actividad, de cubrir algún experimento, o de buscar abrir un espacio a la especulación, luego de tantas décadas de rígido control de la prensa.
TASS enviando la noticia sobre este incidente en particular, es todo un ejemplo.
¿Acaso era una forma de hacer progresar la "glanost"?
Cuando en España se terminó la dictadura franquista, la libre expresión se manifestó en kioscos que no sólo vendían diarios sino que brotaron las revistas pornográficas. De esto fui testigo directo en un viaje que hice a Madrid.
Tal vez en Rusia, y en la idiosincracia de ese pueblo, una explosión por el lado de la fantasía pseudo-espacial, fue una forma de reflejar la novedad de la libertad.
En cuanto a "UMMO" vale decir --y esto de contacto establecido con fuentes ufológicas de investigación en Barcelona-- que el grupo que se reunía en un café en España, desarrolló el tema como una cortina de humo, para ocultar que en dichas reuniones se abordaban temas políticos desde una perspectiva afín a la URSS.
Milton W. Hourcade
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